LA VARIANTE "VIA PIACENTINA"
DA TRAVO A GENOVA
CENNI STORICI E CURIOSITA' LUNGO IL CAMMINO
TRAVO
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Travo è un grazioso paese posto nella bassa Val Trebbia, sulla riva orografica sinistra dell’omonimo fiume. Questi luoghi incantevoli sono diventati famosi in passato per lo scontro tra l’esercito Romano e quello Cartaginese durante la seconda Guerra Punica del 218 A.C. Inoltre, la località è legata alla sorte del patrono di Piacenza Antonino, dove si ritiene sia stato martirizzato nel 303.
Millenaria è la Chiesa di S. Antonino nel borgo del paese, mentre il castello Anguissola fu per molti secoli l’abitazione di questa importante ed illustre famiglia che governò su Travo per quasi cinque secoli. Dal 1997, parte della struttura del castello è adibita a sede del Museo Civico Archeologico, che ripercorre al suo interno la storia del popolamento di tutta la zona, nel periodo compreso tra il paleolitico e l’Alto medioevo. Merita una visita il Parco Archeologico del villaggio neolitico di Travo S. Andrea (PC), nato nel 2006 per tutelare uno dei più importanti siti preistorici individuati in Italia settentrionale. |
La Pietra Parcellara è una montagna della Valle Trebbia, in provincia di Piacenza, alta circa 836 metri e formata da roccia ofiolitica di serpentino nero (roccia vulcanica). Per la sua forma e imponenza, è soprannominata “Il Cervino di Piacenza”; essa domina le colline circostanti e, dalla sua cima, si ha una visione panoramica sulla Val Trebbia e sulle Valli di Bobbiano e Luretta, oltre al Monte Penice e le zone adiacenti.
Vicino alla Pietra Parcellara, si erge a circa m 660 slm la Pietra Perduca. In questo luogo, che fonde misticità e meraviglia, si trovano testimonianze che risalgono addirittura alla preistoria e all’età del bronzo. Ai giorni d’oggi, incastonata tra questi possenti macigni, si trova l’oratorio di Sant’Anna, costruzione quattrocentesca realizzata su un preesistente edificio del XII secolo. |
PIETRA PARCELLARA E PIETRA PERDUCA
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IL GIARDINO ALPINO DI PIETRA CORVA
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ll Giardino Alpino di Pietra Corva, è ubicato in comune di Romagnese (PV), a 950 m di altitudine, sul versante del Monte Pietra di Corvo, formato da una roccia ofiolitica che sovrasta il giardino stesso.
Ideato e realizzato dal Dott. Antonio Ridella, valente veterinario e cinofilo, ma anche naturalista e grande appassionato ed esperto di botanica, il Giardino alpino di Pietra Corva fu aperto ufficialmente al pubblico nel 1967 con la finalità di conservare e adattare piante d’alta quota che egli stesso andava scoprendo attraverso viaggi ed escursioni botaniche effettuati non solo sulle Alpi ed Appennini ma anche su Pirenei, Carpazi, Caucaso sino all’Himalaya e Ande. Attualmente il giardino è gestito dalla Provincia di Pavia attraverso una convenzione con il comune di Romagnese e la Comunità Montana Oltrepò Pavese. Il Giardino è dotato di una foresteria, di un centro-visita che illustra i diversi aspetti del territorio ed è completato da una serie di pannelli didattici esposti lungo i sentieri interni. I recinti confinanti con queste strutture ospitano inoltre ungulati quali cervi, daini e mufloni. |
Il Monte Penice, m 1460 slm, nei tempi passati, è stata una montagna venerata dalle popolazioni dei Liguri: il suo nome sembrerebbe infatti derivare (come scrisse Tito Livio) dal dio Penn, venerato dai Liguri quale unico protettore di queste montagne. Nelle belle giornate, dalla sua vetta la vista spazia sulla sottostante Val Trebbia, sulla città di Bobbio, sulla Pianura Padana, sull’arco Alpino e su una parte dell'Appennino Ligure. Sulla vetta è posizionato l'antico santuario di Santa Maria, edificio ecclesiastico dedicato alla Madonna che risale ad una primitiva costruzione del VII secolo, poi ampliata più volte.
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MONTE PENICE
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LA SCAPARINA
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Su una morbida altura, adiacente al Passo Scaparina, soprannominato nei tempi passati “il monte dei frati”, esisteva una costruzione in sasso: era il convento di Vallescura. Una simpatica leggenda racconta di una giovane ragazzina che si chiamava Rina: un giorno, mentre veniva accompagnata verso il convento, riuscì a scappare, facendo perdere le sue tracce; da quel giorno, il Passo tra la Valle Staffora e la Val Trebbia prese il nome di “Scaparina” (da “scappa” e “Rina”).
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Un trenino simpatico e colorato e la sua ferrovia storica, ancora funzionante e forse la meglio conservata d’Italia, è il trenino di Casella, che parte dal centro città di Genova è il mezzo di trasporto ideale per una gita fuoriporta nell’immediato entroterra alle sue spalle.
I suoi 25 km di binari a scartamento ridotto si snodano sul crinale appenninico tra Valle Scrivia e Val Polcevera, attraversando forti pendenze, valli e boschi, come se fosse una ferrovia di alta montagna, ma mantenendosi nei primi 6 km in vista dal mare. Progettata già nel 1907, la sua costruzione iniziò solo dopo la prima guerra mondiale, nel 1921; furono necessari grandi opere di sbancamento di interi versanti montuosi, costruzioni di ponti e di gallerie non facili per l’epoca, lungo un tracciato che per la sua natura rese molto complesso il completamento dell’opera. Nel 1929 la ferrovia venne finalmente inaugurata, entrando da subito nel cuore dei genovesi, che la utilizzavano sia per svago, per godersi il verde dell’entroterra, sia per raggiungere quotidianamente Genova dalle zone interne, all’epoca spesso collegate con la città solo da sentieri. Sorsero quindi tra l’alta Val Polcevera e la Valle Scrivia numerose ed eleganti abitazioni destinate alla vacanza della borghesia genovese, che iniziava a sperimentare un nuovo concetto di “villeggiatura”, sempre più in fuga dalla città e alla ricerca dell’equilibrio con la natura. |
IL TRENINO CASELLA - GENOVA
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Il secondo conflitto mondiale trasformò completamente l’utilizzo della ferrovia, che divenne via di fuga dalla città e mezzo per lo spostamento di truppe militari e rifornimenti.
Negli anni ’60 e ‘70 vennero realizzate importanti opere di restauro delle vetture e dei binari, tutt’ora ammirabili nelle carrozze storiche.
La linea raggiunge i 458 metri di quota, una velocità massima di 30 km/h ed in alcuni tratti affronta pendenze del 45 per mille.
Oggi la Ferrovia Genova Casella è il mezzo di trasporto più originale e panoramico per raggiungere S. Olcese, Casella e gli altri Comuni dell’entroterra genovese; dalla stazione di Campi, inoltre, si intercetta il percorso escursionistico del Parco delle Mura e dei Forti, che conduce al Forte Diamante e da qui al Righi.
Negli anni ’60 e ‘70 vennero realizzate importanti opere di restauro delle vetture e dei binari, tutt’ora ammirabili nelle carrozze storiche.
La linea raggiunge i 458 metri di quota, una velocità massima di 30 km/h ed in alcuni tratti affronta pendenze del 45 per mille.
Oggi la Ferrovia Genova Casella è il mezzo di trasporto più originale e panoramico per raggiungere S. Olcese, Casella e gli altri Comuni dell’entroterra genovese; dalla stazione di Campi, inoltre, si intercetta il percorso escursionistico del Parco delle Mura e dei Forti, che conduce al Forte Diamante e da qui al Righi.
LA FUNICOLARE DI RIGHI
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Costruita tra il 1895 e il 1897, costituisce un collegamento tra la città di Genova e le sue alture. Partendo dal centro città si arriva in collina, dove hanno inizio i percorsi che raggiungono gli antichi forti e l'entroterra. La linea è molto apprezzata da escursionisti, ciclisti (le bici sono ammesse) e famiglie che si concedono una gita fuori porta.
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