VARIANTE
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PROFILO ALTIMETRICO VARIANTE TAPPA 5.12
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SEGNAVIA:
Dalla piccola borgata di Terisso, a m 450 s.l.m., sita nel Comune di Ne (GE), si procede in salita sulla strada asfaltata e, nella prima curva dopo il centro abitato, si prosegue verso destra, seguendo la freccia che indica il Monte Zatta; percorsi altri 450 metri, si lascia l’asfalto e si intraprende la sterrata sulla sinistra che si dirige verso il bosco.
La sterrata non reca segnavia, ed in alcuni punti si divide, ma poco più avanti le due tracce si riuniscono, per cui è indifferente percorrere una o l’altra: la salita è dolce ed ombreggiata, lambisce il Monte dei Preti, e giunge in vetta al Monte Carnella (m 712 s.l.m.).
Da qui inizia la discesa, da percorrere con attenzione perché il terreno è sfatticcio e sdrucciolevole; dopo circa 600 metri il sentiero si dirama: qui bisogna proseguire a sinistra. Dopo altri 400 metri circa, si incrocia una stradina con ghiaia, che si attraversa proseguendo sempre diritti (ad un albero è affisso un cartello in legno, poco visibile, che reca le lettere “P.S. ob 04”).
Si continua a scendere nel bosco, sempre su terreno poco compatto, per altri 500 metri, fino a quando si interseca una strada bianca, sulla quale ci si immette verso sinistra e la si segue per 650 metri circa. Qui è molto importante tenere il conto della distanza percorsa, perché il sentiero su cui proseguire è sulla destra, nella semicurva che piega a sinistra, parallelo alla strada bianca, quasi del tutto nascosto e si dirige nel senso di marcia dal quale si sta provenendo (si vede meglio se si proviene dal senso di marcia opposto).
Dopo circa 800 metri il sentiero costeggia una recinzione, in corrispondenza della quale conviene girare a destra e scendere a zig zag gli ultimi 200 metri che collegano alla stradina asfaltata (Loc. Crocetta): qui si gira a sinistra e ci si dirige verso le case. La strada prosegue su asfalto, in discesa, fino ad incrociare Via Terrarossa: si volta a destra e si attraversa la provinciale, per poi proseguire avanti dritti, sulla pista ciclabile verso Carasco.
Questo è il tratto in cui si raggiunge la quota minima di m 95 s.l.m.; la strada è pianeggiante per circa 3 km.
Si attraversa il ponte sul torrente Sturla e si gira a sinistra su strada bianca, che poi diventa asfaltata, attraversa la zona industriale di Carasco (prestare attenzione ai veicoli che circolano) e, dopo 2 km, si innesta sulla SS 225 (via Statale San Pietro): qui si gira a sinistra, si attraversa il ponte sul torrente Sturla e si entra nel centro abitato di Carasco.
A questo punto sono stati percorsi circa 10,5 km dalla partenza e sono trascorse circa 4 ore e mezza: si può fare rifornimento di acqua alla fontanella di Piazza Umberto I, ed è il luogo ideale per consumare uno spuntino e prendere un caffè.
Il torrente Sturla a Carasco confluisce nel torrente Entella, che poi sfocia a Chiavari.
Da Piazza Umberto I si attraversa la provinciale e si va avanti dritti in Via Ponte Vecchio. Sul ponte si trova un‘edicola votiva, ricorrente sui ponti Romani e, oltrepassato il ponte, si attraversa la strada e si volta a destra, sulla strada in salita (Via Selaschi) che sale verso il campo sportivo e che si segue per 500 metri.
Superata la seconda curva, all’altezza del civico 12, prestare attenzione al lato sinistro della strada: da qui parte la “pedonale della Ratta”, una mulattiera contrassegnata da una riga bianca e una rossa che conduce a San Bartolomeo – Curlo, salendo dolcemente nel bosco, con gradoni bassi e ampi e che prosegue dritta, intersecando, successivamente, in altri due punti Via Selaschi.
Il sentiero termina definitivamente in prossimità di una curva, sempre su via Selaschi, dove inizia nuovamente la zona residenziale: si prosegue in salita ancora per qualche centinaio di metri e si giunge alla bellissima chiesa di San Bartolomeo, in via Miramare, dove si trova il secondo punto acqua (m 272 s.l.m.).
Qui si consiglia una visita alla chiesa, di cui ammirare la facciata ed il risseu (I "risseu" sono composizioni fatte di ciottoli di pietra che ornano i sagrati di molte chiese liguri, ma anche di piazze, giardini e strade).
Da questo punto panoramico si apre la vista su Chiavari e, alle spalle, sulla valle Sturla.
La sterrata non reca segnavia, ed in alcuni punti si divide, ma poco più avanti le due tracce si riuniscono, per cui è indifferente percorrere una o l’altra: la salita è dolce ed ombreggiata, lambisce il Monte dei Preti, e giunge in vetta al Monte Carnella (m 712 s.l.m.).
Da qui inizia la discesa, da percorrere con attenzione perché il terreno è sfatticcio e sdrucciolevole; dopo circa 600 metri il sentiero si dirama: qui bisogna proseguire a sinistra. Dopo altri 400 metri circa, si incrocia una stradina con ghiaia, che si attraversa proseguendo sempre diritti (ad un albero è affisso un cartello in legno, poco visibile, che reca le lettere “P.S. ob 04”).
Si continua a scendere nel bosco, sempre su terreno poco compatto, per altri 500 metri, fino a quando si interseca una strada bianca, sulla quale ci si immette verso sinistra e la si segue per 650 metri circa. Qui è molto importante tenere il conto della distanza percorsa, perché il sentiero su cui proseguire è sulla destra, nella semicurva che piega a sinistra, parallelo alla strada bianca, quasi del tutto nascosto e si dirige nel senso di marcia dal quale si sta provenendo (si vede meglio se si proviene dal senso di marcia opposto).
Dopo circa 800 metri il sentiero costeggia una recinzione, in corrispondenza della quale conviene girare a destra e scendere a zig zag gli ultimi 200 metri che collegano alla stradina asfaltata (Loc. Crocetta): qui si gira a sinistra e ci si dirige verso le case. La strada prosegue su asfalto, in discesa, fino ad incrociare Via Terrarossa: si volta a destra e si attraversa la provinciale, per poi proseguire avanti dritti, sulla pista ciclabile verso Carasco.
Questo è il tratto in cui si raggiunge la quota minima di m 95 s.l.m.; la strada è pianeggiante per circa 3 km.
Si attraversa il ponte sul torrente Sturla e si gira a sinistra su strada bianca, che poi diventa asfaltata, attraversa la zona industriale di Carasco (prestare attenzione ai veicoli che circolano) e, dopo 2 km, si innesta sulla SS 225 (via Statale San Pietro): qui si gira a sinistra, si attraversa il ponte sul torrente Sturla e si entra nel centro abitato di Carasco.
A questo punto sono stati percorsi circa 10,5 km dalla partenza e sono trascorse circa 4 ore e mezza: si può fare rifornimento di acqua alla fontanella di Piazza Umberto I, ed è il luogo ideale per consumare uno spuntino e prendere un caffè.
Il torrente Sturla a Carasco confluisce nel torrente Entella, che poi sfocia a Chiavari.
Da Piazza Umberto I si attraversa la provinciale e si va avanti dritti in Via Ponte Vecchio. Sul ponte si trova un‘edicola votiva, ricorrente sui ponti Romani e, oltrepassato il ponte, si attraversa la strada e si volta a destra, sulla strada in salita (Via Selaschi) che sale verso il campo sportivo e che si segue per 500 metri.
Superata la seconda curva, all’altezza del civico 12, prestare attenzione al lato sinistro della strada: da qui parte la “pedonale della Ratta”, una mulattiera contrassegnata da una riga bianca e una rossa che conduce a San Bartolomeo – Curlo, salendo dolcemente nel bosco, con gradoni bassi e ampi e che prosegue dritta, intersecando, successivamente, in altri due punti Via Selaschi.
Il sentiero termina definitivamente in prossimità di una curva, sempre su via Selaschi, dove inizia nuovamente la zona residenziale: si prosegue in salita ancora per qualche centinaio di metri e si giunge alla bellissima chiesa di San Bartolomeo, in via Miramare, dove si trova il secondo punto acqua (m 272 s.l.m.).
Qui si consiglia una visita alla chiesa, di cui ammirare la facciata ed il risseu (I "risseu" sono composizioni fatte di ciottoli di pietra che ornano i sagrati di molte chiese liguri, ma anche di piazze, giardini e strade).
Da questo punto panoramico si apre la vista su Chiavari e, alle spalle, sulla valle Sturla.
Nel crocevia fra via Selaschi e via Miramare, nella curva, dando le spalle alla chiesa, dall’altro lato della strada si vede una scaletta in cemento (Via della Pineta) che indica il sentiero delle Cinque Torri, contrassegnato da due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca.
Dopo 600 metri si arriva ad un bivio al cui vertice c’è una cappelletta e la segnaletica propone due alternative per “Le 5 Torri – Curlo”: “lato monte” a sinistra della cappelletta, “lato mare” a destra della cappelletta (c’è una terza alternativa non segnalata, che sale sul monte); il nostro consiglio è di seguire il sentiero lato mare, perché più panoramico (tutte e tre le tracce conducono comunque alla borgata di Curlo).
Lungo il percorso del sentiero “lato mare”, si trovano piccoli bivi e scalette: proseguire sempre seguendo il simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca (in alcuni tratti si trova anche il simbolo a forma di croce rosso).
Si arriva alla chiesa di San Tommaso del Curlo, la si supera andando avanti dritti e, appena terminato il sagrato, scesa la scaletta, sulla sinistra, seminascosto dalla vegetazione, c’è il punto acqua.
Si volta a destra in via Belvedere e, dopo un centinaio di metri, si lascia l’asfalto e si imbocca il sentiero sulla sinistra, contrassegnato sempre dal simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca; seguendolo si arriva al piccolissimo cimitero, dove non si vede facilmente il segno, soprattutto quando cresce l’erba: bisogna scendere la scaletta e girare a sinistra (il segnavia cambia e diventa il simbolo “uguale” rosso) ed il richiamo sul muro conferma che si sta seguendo la traccia giusta), fino ad arrivare sulla strada asfaltata.
Dopo aver percorso circa 300 metri, il sentiero si dirama: girare a sinistra verso la stradina asfaltata e percorrerla per 200 metri, dopo di che tenere a destra, la scaletta (non immettersi sulla strada in cemento).
Si incrociano un altro sentiero che scende a destra ed uno che si innesta da sinistra, ma si ignorano e si procede sempre avanti diritto, seguendo il simbolo “uguale” rosso.
Subito dopo si incontra un sentiero perpendicolare: si gira a destra seguendo la freccia ed il simbolo “uguale” segnati sul muro.
Si raggiunge la strada asfaltata (Via Case Sparse di Ri Alto) che si attraversa, ci si porta nella banchina, dalla quale, sulla destra, scende il sentiero (osservando il muro, si vedrà il richiamo del segnavia).
Si attraversa un piccolo torrente e poi il sentiero finisce su una stradina perpendicolare dove è indicato di girare a destra e sul muro c'è il richiamo sempre del simbolo “uguale” rosso che gira a destra.
Si passa sotto un voltone e dopo 100 metri, al bivio, si gira a sinistra: poco più avanti, sulla destra, c’è il cimitero di Ri Alto, presso il quale si trova un altro punto acqua, in strada.
Dal cimitero di Ri Alto il segnavia da seguire è il quadrato rosso pieno.
200 metri sotto al cimitero si lascia l'asfalto e si scende a sinistra da una scaletta, contrassegnata dal quadrato rosso pieno, si passa sopra la galleria dell’autostrada A12 e, dopo 800 metri, si raggiunge l’asfalto: qui girare a destra e, percorsi pochi metri, girare a sinistra su Via Ri Alto, che si percorre per altri 300 metri, giungendo così in Corso Lima.
Prestando attenzione al traffico, si attraversa il Corso e, subito di fronte, ci si incammina in Salita al Castello (anche qui il segnavia è sempre il quadrato rosso); si raggiungono le mura del castello e si scende nel centro storico. Al termine della discesa sotto il castello, si può notare il cartello che indica “Le 5 torri” accompagnato dal simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca: qui si gira a sinistra in Via Vecchie Mura.
Si consiglia di girare a sinistra al terzo incrocio, percorrere Via Martiri della Liberazione per qualche metro e girare a destra in Via della Cittadella: ci si trova nel cuore della città, in Piazza Mazzini, ove si tiene il mercato giornaliero di frutta e verdura. Proseguendo verso il mare, sulla sinistra l’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica, il Municipio, la Basilica Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.
Per chi volesse unire al cammino un giorno di mare con visita alla città, vale sicuramente la pena fare un giro fra le vie del centro storico, visitare chiese e palazzi ed il cimitero monumentale dell’adiacente Lavagna (separata da Chiavari dal ponte sull’Entella).
Dopo 600 metri si arriva ad un bivio al cui vertice c’è una cappelletta e la segnaletica propone due alternative per “Le 5 Torri – Curlo”: “lato monte” a sinistra della cappelletta, “lato mare” a destra della cappelletta (c’è una terza alternativa non segnalata, che sale sul monte); il nostro consiglio è di seguire il sentiero lato mare, perché più panoramico (tutte e tre le tracce conducono comunque alla borgata di Curlo).
Lungo il percorso del sentiero “lato mare”, si trovano piccoli bivi e scalette: proseguire sempre seguendo il simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca (in alcuni tratti si trova anche il simbolo a forma di croce rosso).
Si arriva alla chiesa di San Tommaso del Curlo, la si supera andando avanti dritti e, appena terminato il sagrato, scesa la scaletta, sulla sinistra, seminascosto dalla vegetazione, c’è il punto acqua.
Si volta a destra in via Belvedere e, dopo un centinaio di metri, si lascia l’asfalto e si imbocca il sentiero sulla sinistra, contrassegnato sempre dal simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca; seguendolo si arriva al piccolissimo cimitero, dove non si vede facilmente il segno, soprattutto quando cresce l’erba: bisogna scendere la scaletta e girare a sinistra (il segnavia cambia e diventa il simbolo “uguale” rosso) ed il richiamo sul muro conferma che si sta seguendo la traccia giusta), fino ad arrivare sulla strada asfaltata.
Dopo aver percorso circa 300 metri, il sentiero si dirama: girare a sinistra verso la stradina asfaltata e percorrerla per 200 metri, dopo di che tenere a destra, la scaletta (non immettersi sulla strada in cemento).
Si incrociano un altro sentiero che scende a destra ed uno che si innesta da sinistra, ma si ignorano e si procede sempre avanti diritto, seguendo il simbolo “uguale” rosso.
Subito dopo si incontra un sentiero perpendicolare: si gira a destra seguendo la freccia ed il simbolo “uguale” segnati sul muro.
Si raggiunge la strada asfaltata (Via Case Sparse di Ri Alto) che si attraversa, ci si porta nella banchina, dalla quale, sulla destra, scende il sentiero (osservando il muro, si vedrà il richiamo del segnavia).
Si attraversa un piccolo torrente e poi il sentiero finisce su una stradina perpendicolare dove è indicato di girare a destra e sul muro c'è il richiamo sempre del simbolo “uguale” rosso che gira a destra.
Si passa sotto un voltone e dopo 100 metri, al bivio, si gira a sinistra: poco più avanti, sulla destra, c’è il cimitero di Ri Alto, presso il quale si trova un altro punto acqua, in strada.
Dal cimitero di Ri Alto il segnavia da seguire è il quadrato rosso pieno.
200 metri sotto al cimitero si lascia l'asfalto e si scende a sinistra da una scaletta, contrassegnata dal quadrato rosso pieno, si passa sopra la galleria dell’autostrada A12 e, dopo 800 metri, si raggiunge l’asfalto: qui girare a destra e, percorsi pochi metri, girare a sinistra su Via Ri Alto, che si percorre per altri 300 metri, giungendo così in Corso Lima.
Prestando attenzione al traffico, si attraversa il Corso e, subito di fronte, ci si incammina in Salita al Castello (anche qui il segnavia è sempre il quadrato rosso); si raggiungono le mura del castello e si scende nel centro storico. Al termine della discesa sotto il castello, si può notare il cartello che indica “Le 5 torri” accompagnato dal simbolo due linee rosse orizzontali ed una diagonale che le interseca: qui si gira a sinistra in Via Vecchie Mura.
Si consiglia di girare a sinistra al terzo incrocio, percorrere Via Martiri della Liberazione per qualche metro e girare a destra in Via della Cittadella: ci si trova nel cuore della città, in Piazza Mazzini, ove si tiene il mercato giornaliero di frutta e verdura. Proseguendo verso il mare, sulla sinistra l’Ufficio Informazioni e Accoglienza Turistica, il Municipio, la Basilica Cattedrale di Nostra Signora dell’Orto.
Per chi volesse unire al cammino un giorno di mare con visita alla città, vale sicuramente la pena fare un giro fra le vie del centro storico, visitare chiese e palazzi ed il cimitero monumentale dell’adiacente Lavagna (separata da Chiavari dal ponte sull’Entella).